Per capire i pregi di un prodotto trafilato si deve prima descrivere la nascita della lega metallica che lo compone. Due sono i processi produttivi principali attraverso i quali viene prodotto l’acciaio.

Produzione acciaio da altoforno: particolare tipo di forno rivestito di mattoni refrattari, rafforzato da una struttura metallica, in cui viene effettuata la riduzione dei minerali di ferro per l’elaborazione della ghisa che, con opportuni trattamenti, sarà trasformata in acciaio.

Produzione acciaio da forno elettrico: forno a suola refrattaria nella quale sono posti i materiali da fondere. La trasmissione dell’energia termica mediante tre elettrodi dà inizio al processo di fusione della carica di rottame.

Il materiale ottenuto mediante queste due tecniche di fabbricazione va a finire per la maggior parte nel laminatoio, da cui ha origine il prodotto dal nome laminato.

Il laminato come prodotto siderurgico è ottenuto mediante deformazione a caldo di blumi, billette ecc. (+AR grezzo di laminazione stato naturale). Questo semilavorato non è sempre adatto ad assolvere alle molteplici richieste del mercato, vuoi per l’aspetto superficiale del grezzo, oppure per le tolleranze dimensionali non corrispondenti all’impiego, per mancanza di spigoli oppure ancora per una rettilineità non idonea, ecc. Pertanto, nella maggior parte dei casi, deve essere sottoposto a lavorazioni di sgrossatura, fresatura, tornitura, rettifica o trafilatura che lo rendano conforme alle richieste del progettista ed alle aspettative dell’utilizzatore.

Con questi passaggi, il laminato perde in media il 20% del suo peso iniziale ma quello che incide maggiormente sull’economia della commessa sono le ore aggiuntive di lavorazione meccanica necessarie a dare forma al prodotto finito.

Il prodotto trafilato (+C) nasce esattamente per dare una risposta, ove possibile, alle necessità sopra evidenziate. Questo manufatto, ricavato dal laminato grezzo, assume aspetti e qualità intrinseche che solo la trasformazione a freddo con la particolareggiata tecnica di trafilatura riesce ad esprimere. Il materiale trafilato è un prodotto privo di calamine, fattore questo molto importante nelle lavorazioni meccaniche perché l’ossido di ferro inquina i lubrificanti e inevitabilmente dà origine a guasti meccanici.

Si presenta lucido, ben rettilineo, con tolleranze anche inferiori a 1 mm/m. Le dimensioni sono costanti su tutta la lunghezza per migliaia di metri (cosa assolutamente impossibile da realizzare impiegando altre tecnologie), gli scostamenti dimensionali risultano molto stretti, a livello di centesimi, gli spigoli possono essere vivi o calibrati secondo specifiche richieste e nella maggior parte nei casi il trafilato è adatto all’impiego allo stato di fornitura. Per capire l’importanza di questo prodotto siderurgico pensiamo alla precisione di una qualsiasi sezione geometrica esagonale, quadrata, piatta, tonda o, a maggior ragione, alla formazione di sezioni più complesse quali guide di scorrimento per lettori ottici, alberi scanalati, trasmissioni per macchine tessili e tantissime altre sezioni speciali dove la precisione di qualche centesimo deve essere assolutamente tenuta sotto controllo. I vantaggi offerti dal trafilato fanno sì che il maggior costo di acquisto sia ampiamente recuperabile con cicli di lavorazione ridotti rispetto al laminato oltre che con scarti di materiale nettamente inferiori.

Per approfondimenti: 42crmo4

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